Rendiconti Online della Società Geologica Italiana - Vol. 2/2008

Lower Jurassic sedimentary facies and evolution on structural highs in the Apennines (Central Italy)

Marino M. (*)
(*) Servizio Geologico d'Italia, APAT, Via Curtatone 3, 00185 Roma. E-mail: maurizio.marino@apat.it


DOI: https://doi.org/
Volume: 2/2008
Pages: 129-132

Abstract

I numerosi alti strutturali giurassici conservati nell'Appennino settentrionale e centrale furono prodotti dalla tettonica estensionale sinemuriana che smembrò una precedente vasta piattaforma carbonatica. Sugli alti strutturali si stabilirono nuovi sistemi sedimentari con produzione mista bentonica e planctonica (sensu Schlager, 2003) che sostituì la tipica sedimentazione da piattaforma carbonatica di acque basse. Tali sistemi sedimentari perdurarono fino al Pliesbachiano inferiore, quando sugli alti strutturali si impostarono le Piattaforme Carbonatiche Pelagiche (sensu Santantonio, 1994), documentate oggi da carbonati pelagici condensati. Le facies che rappresentano l'evoluzione dei sistemi sedimentari con produzione mista bentonico/planctonica, oggetto di questa breve nota, sono, da un punto di vista litostratigrafico, raccolte dal Calcare Massiccio B (Centamore et al., 1971). Lo studio è basato sull'analisi di diverse paleostrutture in Sabina e nell'Appennino Umbro-Marchighiano. L'instaurazione di questi sistemi sedimentari è probabilmente legata ad un generale cambiamento di circolazione oceanica, temperature e disponibiliità dei nutrienti seguito al rifting. Tali sistemi crescevano sia verticalmente sul top degli alti strutturali che lateralmente lungo i loro fianchi. La topografia locale (alti tiltati o planari, dimensioni degli alti) influenzavano lo spazio di accomodamento e/o il rapporto sedimentazione/erosione, determinando così anche le modalità di crescita. L'aggradazione è documentata da spessori fino a 70 m di packstone/wackestone ben stratificati, con micro- e macro-oncoidi (sensu Flügel, 2004), peloidi, alghe calcaree (Solenoporacee e Dasycladacee, soprattutto alla base) echinodermi, brachiopodi, spugne calcaree, spicole di spugne silicee, molluschi (incluse ammoniti), foraminiferi bentonici [inclusa Agerina martana (Farinacci)], microbialiti, Tubiphytes, radiolari. L'analisi alla nannoscala della micrite ha rivelato la presenza di micarbs (sensu Bellanca et al., 1996), coccosfere (Schizosphaerella punctulata Deflandre & Dangeard) e coccoliti. I micarbs sono i componenti più abbondanti. L'accrescimento laterale è documentato da corpi clinoformi composti da: floatstone con micro-oncoidi (anche con alghe al nucleo), peloidi, frammenti di echinodermi, ammoniti e gasteropodi, immersi in una micrite peloidale con croste microbialitiche; rudstone bioclastici; grainstone/packstone laminati con micro-oncoidi, bioclasti, spicole di spugna, radiolari e intraclasti. Questi depositi formano apron lungo i fianchi degli alti strutturali e furono prodotti principalmente dalla rimozione e risedimentazione dei sedimenti dal loro top; una produzione in situ è probabilmente associata ed avrebbe permesso di legare e stabilizzare il sedimento. Sono inoltre osservate intercalcazioni di brecce con intraclasti e clasti della precedente piattaforma carbonatica e mudstone a radiolari; questi ultimi testimoniano probabilmente fasi di minor produzione sul top degli alti. Mudstone a radiolari del Pliensbachiano inferiore completano la successione al top degli strati clinoformi testimoniando anche che la produzione bentonica sugli alti strutturali era definitivamente cessata.

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