Rendiconti Online della Società Geologica Italiana - Vol. 34/2015

Restituire il passato in frammenti: un caso di studio in Umbria, fra archeologia, archivistica e tecnologia

Sabrina Batino (a)
(a) Archeologa – Progetto TeCHe (Technologies for Cultural Heritage) in collaborazione con Visual Computing Lab di ISTI CNR Pisa. E-mail: sabrina_batino@yahoo.it


DOI: https://doi.org/10.3301/ROL.2015.45
Volume: 34/2015
Pages: 97-100

Abstract

In questa sede si illustrano gli esiti di un progetto condotto da chi scrive in collaborazione con Visual Computing Lab di ISTI-CNR e la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria, mirato a proporre un percorso di interazione fra cultura umanistica e saperi scientifico-tecnologici per la conoscenza del patrimonio archeologico, e per l'accessibilità dei beni e delle loro storie ad un ambito di fruitori più ampio di quello degli specialisti. L'interesse si è concentrato sulla valorizzazione di un contesto sepolcrale etrusco di età ellenistica, rinvenuto alla fine del XIX secolo in localita' Sigliano-Val di Fosso (Perugia), e poi nuovamente perduto. La sua memoria sopravvive unicamente in due nuclei di documentazione d'archivio e in alcuni reperti conservati presso il Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria. Poiché la frammentazione e l'eterogeneità tipologica dei materiali renderebbe difficoltosa, se non impossibile, al grande pubblico una comprensione "globale" dello spazio funerario, per tale ragione si e' inteso sfruttare le opportunità offerte dal mezzo digitale per realizzare un video a carattere narrativo/didattico con la replica virtuale del monumento nella sua organica dialettica tra struttura e arredi mobili, ed una galleria virtuale nella quale i reperti di maggior interesse possono essere esplorati interattivamente. Fra questi, uno specifico rilievo è da attribuire all'oggetto di corredo artisticamente e simbolicamente più prezioso, un elmo in bronzo di forma frigia dal ricco ornato, in antico patinato di foglia d'oro, il cui clone 3D ad alta risoluzione è stato sottoposto ad un intervento di "digital restoration". La trasformazione, radicale ma scientificamente accurata, supportata geometricamente dalla simmetria strutturale e del decoro e archeologicamente da confronti puntuali con altri reperti reali e testimonianze iconografiche, restituisce la possibilità di apprezzarne di nuovo, visivamente, l'originaria fastosità. Tutte le attività sono state condotte grazie all'utilizzo di tools opensource per l'editing, il rendering e la visualizzazione di modelli 3d complessi, tra cui, insieme a Blender, Meshlab e 3Dhop viewer, software elaborati dal team VCLab di ISTI-CNR. Due pagine web dedicate, una di tenore più tecnico ed un'altra più divulgativa, collegate rispettivamente al sito di ISTI-CNR a quello della Soprintendenza, contenenti la sintesi del lavoro svolto con rimandi alla bibliografia principale ed i link ai prodotti realizzati, permettono un'agile consultazione on-line dei risultati perseguiti.

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